Sala Shakespeare
23 ottobre / 25 novembre 2018
Bruni/De Capitani
di Richard Bean, Ben Ockrent, Simon Stephens, Colin Teevan, Naomi Wallace
Durata: 2 ore e 45 minuti
Il grande gioco ed Enduring freedom: due spettacoli che attraversano due secoli per raccontare i complessi rapporti tra l'Occidente e l'Asia Centrale. Un viaggio avventuroso, crudele e poetico lungo la storia dell'Afghanistan e di un'area che si estende dall'India all'Iran e che ci riguarda molto da vicino. Le cinque storie che compongono Enduring freedom entrano nel vivo della storia contemporanea e delle sue contraddizioni: dall'ascesa dei Talebani e del terrorismo di matrice islamica, alla tragedia dell'11 settembre. Per sapere, per capire, per poter leggere la disperazione e la speranza negli occhi di chi è partito dalla valle del Panjshir per sedersi al nostro fianco in metropolitana.
Cinque testi che raccontano il periodo 1996–2010
• IL LEONE DI KABUL di Colin Teevan
Nel 1998, durante un incontro nello zoo di Kabul, Rabia, la direttrice operativa di un'agenzia ONU, accompagnata dal suo interprete Ismael, chiede informazioni sulla sorte di Gul e Faisal, due suoi collaboratori scomparsi. Il mullah talebano Khan, accompagnato da un giudice, non le rivolge parola, non perché non sappia l'inglese, ma perché è una donna.
Solo tramite l'interprete il mullah le rivelerà la sorte orrenda dei due e via via emergeranno le contraddizioni della posizione delle Nazioni Unite e la difficoltà di un dialogo tra due sistemi di valori lontanissimi: «Gul e Faisal hanno solo diritti in quanto membri di una comunità. Cos'è un individuo? Un individuo è una foglia in balia del vento. La comunità è un albero che resiste alla tempesta».
• MIELE di Ben Ockert
Il comandante Massud, il leone del Panshir, si incontra con l'agente della CIA Schroen, impegnato a recuperare tutti i missili Stinger che gli Stati Uniti avevano fornito ai Mujahidin durante la guerra contro i sovietici. Il comandante, con l'aiuto dell'amico e consigliere Khalili, tenta di ottenere appoggio concreto dagli americani e soprattutto una presa di distanza dai Talebani e dal Pakistan.
Nell'ultima scena Massud, incalzato dai Talebani, si è rifugiato nel nord dell'Afghanistan. Ormai isolato e solo, continua a sperare fino alla fine nell'appoggio dell'occidente.
• DALLA PARTE DEGLI ANGELI di Richard Bean
Ambientato tra l'Inghilterra e l'Afghanistan, dove i rappresentanti di un'associazione non governative si scontrano su modalità del loro intervento umanitario. Fino a che punto ci si può spingere per riuscire a sfamare una popolazione allo stremo? Quale prezzo si è disposti a pagare ai Talebani?
• VOLTA STELLATA di Simon Stephens
Il sergente Jay Watkins, di stanza in Afghanistan, è nascosto insieme al soldato Kendall in attesa di uscire in missione e in questo tempo sospeso si confrontano sul loro ruolo di soldati in un paese straniero, sul senso delle loro azioni. La scena si sposta a casa del sergente che, tornato in Inghilterra, deve confrontarsi con la moglie che gli sbatte in faccia tutte le contraddizioni del suo sentirsi "eroe" e delle sue pretese di portare sicurezza, democrazia e pace in un paese martoriato.
• COME SE QUEL FREDDO di Naomi Wallance.
Due giovani sorelle afghane di 13 e 15 anni si incontrano in una scena semi-vuota. La più grande, dai modi e dall'aspetto più occidentale, fa fretta alla piccola, vestita tradizionalmente, perché un taxi le sta aspettando per portale all'aeroporto, da dove fuggiranno in Inghilterra. La piccola è titubante e spaventata, non vuole partire. In un angolo un giovane soldato statunitense, Sergio, si sveglia su di un letto senza materasso con un sacco di sabbia come cuscino. È convinto di trovarsi a casa, si sente confuso. A un certo punto si accorge della presenza delle sorelle e cerca di ricordare come siano capitate a casa sua, dove può averle incontrate…
AFGHANISTAN: ENDURING FREEDOM
di Richard Bean, Ben Ockrent, Simon Stephens, Colin Teevan, Naomi Wallace
traduzione Lucio De Capitani
regia di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani
scene e costumi Carlo Sala
video Francesco Frongia
luci Nando Frigerio
suono Giuseppe Marzoli
con Claudia Coli, Michele Costabile, Enzo Curcurù, Alessandro Lussiana, Fabrizio Matteini, Michele Radice, Emilia Scarpati Fanetti, Massimo Somaglino, Hossein Taheri, Giulia Viana
assistente alla regia Giovanna Guida
assistente scene e costumi Roberta Monopoli
produzione Teatro dell'Elfo ed Emilia Romagna Teatro Fondazione
in collaborazione con Napoli Teatro Festival
con il sostegno di Fondazione Cariplo
Premio Associazione Nazionale Critici Teatrali 2018
Premio Ubu 2018 "Miglior nuovo testo straniero o scrittura drammaturgica"
foto di Laila Pozzo
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