Risveglio di primavera

Un allestimento a lungo meditato e rinviato. Un progetto che ha avuto modo di decantare fino a capovolgere il punto di vista iniziale del regista: Elio De Capitani aveva concepito in origine uno ‘spettacolo della memoria’, autobiografico e ‘immedesimato’, ma è poi approdato a una nuova visione che recuperava la radice pre-espressionista del testo per riprodurla in una cruda teatralità sopra le righe, utilizzando il supporto della musica, maschere in lattiche, una gestualità repressa. Uno spettacolo programmaticamente eccessivo e anfetaminico per ridare a Wedekind il suo inferno, la sua anarchia.

Una corrispondenza da Berlino per la stampa italiana nel 1908 riportava: «Diviso com’è in 18 quadri, cioè tecnicamente più selvaggio e più ‘libertario’ delle più selvagge e libertarie creazioni di Shakespeare, popolato da personaggi la cui età media si aggira intorno ai 14 anni, offre difficoltà da atterrire qualunque impresario». Cessato lo scandalo il Risveglio, selvaggio e libertario, è divenuto un classico moderno.

RISVEGLIO DI PRIMAVERA

di Frank Wedekind
regia Elio De Capitani
scene Thalia Istikopoulou
costumi e maschere Carlo Sala
musiche Bruno De Franceschi
luci Enrico Bagnoli
con Corinna Agustoni, Ferdinando Bruni, Maurizio Cardillo, Cristina Crippa, Orazio Donati, Fabiano Fantini, Ida Marinelli, Claudia Pozzi, Renato Rinaldi, Luca Toracca, Roberto Zibetti
produzione Teatro dell’Elfo