Teatro dell'Elfo
12 / 30 marzo 2003
Ferdinando Bruni
di Giovanni Testori
regia Francesco Frongia
Oreste, Orestes, Orè si dissolve nel magma della parola di Testori. La trilogia di Eschilo viene riscritta in forma di monologo nella lingua teatrale inventata e coltivata già nelle riscritture di altri grandi classici, Amleto, Macbetto e Edipus. È una lingua 'lombarda', ma il dialetto è solo uno degli ingredienti, il polo d'attrazione al quale si legano lungue vive e morte, francese, spagnolo e latino.
Un testo-confessione, uno sfogo verbale e sonoro, un rito sacrificale officiato da un solo interprete, il Monologante, al quale Testori affida tutti i ruoli, chiedendogli d'incarnarli nel senso più letterale del termine, con partecipazione sofferta del corpo, dei nervi e delle viscere. Il tragico e il ridicolo sono giustapposti in questo "Oreste un po' da stalla" - come lo definì l'autore stesso - profondamente cruento, ma divertente e comico per l'espressività del linguaggio. Ferdinando Bruni, che già era stato l'Oreste eschileo nella traduzione di Pasolini, affronta qui per la prima volta il teatro di un autore italiano del Novecento.
SDISORÈ
di Giovanni Testori
regia di Francesco Frongia
con Ferdinando Bruni
musiche originali di Filippo Del Corno
fisarmonica Fabio Barovero
luci di Nando Frigerio
produzione Teatridithalia
Carrozzeria Orfeo
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