Sala Fassbinder
22 marzo / 6 aprile 2022
Elio De Capitani
di Amélie Nothomb © Editions Albin Michel
regia Cristina Crippa
Durata: 1 ora e 30 minuti - SPETTACOLO INSERITO IN INVITO A TEATRO
ATTENZIONE! Purtroppo a causa di un caso di positività al Covid tra gli attori della compagnia siamo costretti ad annullare le ultime repliche dello spettacolo. I biglietti in abbonamento vengono automaticamente annullati e saranno utilizzabili per un altro spettacolo della stagione. Sarà invece possibile spostare i biglietti acquistati su un altro titolo o chiedere le modalità di rimborso scrivendo a biglietteria@elfo.org.
Una città dell’est Europa, stretta nella morsa finale di un assedio. Non pensavamo, non potevamo pensare a Kharkiv o a Kiev quando abbiamo deciso di riportare in scena questo long seller dell’Elfo. Forse pensavamo al lungo assedio di Sarajevo e forse anche Nothomb si ispirava a quello. Ma una città semidistrutta, la vita sotto i bombardamenti, il freddo terribile e la fame ora non sono un ricordo lontano, sono vita di tutti i giorni per tante persone, a due ore di volo da noi, e sempre qui, in Europa.
Ancora in piedi, la casa di un illustre professore di letteratura -«interpretato dal bravissimo Elio De Capitani, perfetto nei panni del suo cinico, colto e vile personaggio» - ospita, oltre al padrone di casa, Daniel, il suo assistente, e una giovane allieva, la ragazza di Daniel. La situazione d’emergenza altera brutalmente questo microcosmo: a poco a poco i normali punti di riferimento, non solo le convenzioni formali, ma anche quelle più solide su cui si basava l’esistenza precedente crollano, travolte dal puro desiderio di sopravvivenza. Il freddo domina la scena, con la sua capacità di paralizzare, di annullare ogni desiderio. Marina, fragile sotto l’apparente spregiudicatezza, a soffrirne di più, e a proporre per prima l’utilizzo della fornita biblioteca del professore come combustibile. All’inizio si tratta quasi di un gioco un po’ intellettuale, un complicato “distinguo” tra buona e cattiva letteratura. Ma alla fine, giunti all’ultimo romanzo, non sono più le qualità letterarie ad avere importanza. E il libro rivela tutta la sua valenza simbolica, rappresenta ciò che più identifichiamo con l’umano: il linguaggio, la comunicazione, la capacità di raccontare e ricordare, la voglia di sognare. E allora, dopo l’ultima fiammata, non resta che la grande piazza coperta di neve e bersagliata dalle bombe, per aspettare la morte.
A fare di questo spettacolo qualcosa di vivo e di vitale è l’inno di Marina alla forza di un unico libro che rappresenta il disperato legame con l’immaginazione che può tenerla ancora legata alla vita. Per capire l’importanza di quello che abbiamo e ricordarci che potremmo perderlo, come è accaduto e sta accadendo a molti nostri fratelli in Ucraina e in tantissime parti del mondo.
LIBRI DA ARDERE
di Amélie Nothomb © Editions Albin Michel
traduzione Alessandro Grilli
regia Cristina Crippa
luci di Nando Frigerio
con Elio De Capitani, Angelo Di Genio, Carolina Cametti
assistente alla regia Alessandro Frigerio
coproduzione Teatro dell'Elfo e La Corte Ospitale
Nuovo allestimento - Lo spettacolo ha debuttato al Festival Asti Teatro '06 con Elena Russo Arman nel ruolo di Marina e Corrado Accordino nel ruolo di Daniel.
foto Luca Del Pia
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