ADEC Arte, via De Amicis 28, Milano
26 maggio / 26 luglio 2025
Mostra di Ferdinando Bruni
a cura di Gaia Passaler e Roberto Borghi
TRA PERSONAGGI E INTERPRETI?
Questa mostra avrebbe dovuto intitolarsi Al balcone, all’incirca come la pièce che Jean Genet scrisse nel 1956 e Giorgio Strehler mise in scena per la prima volta in Italia vent’anni dopo. Di quel testo, ambientato in un bordello che la tenutaria definisce “una casa delle illusioni”, le opere di Ferdinando Bruni richiamano la sequenza di personaggi sordidi ed enigmatici, immersi nel clima di perversione impura, scaturita dalla mescolanza di ossessività e candore, che contraddistingue la drammaturgia del “commediante e martire”, secondo la bella definizione di Jean-Paul Sartre.
Quello “genetiano” comunque non è che uno degli immaginari confluiti nell’ideazione delle opere. Nel fondo di alcuni di questi dipinti si percepisce qualcosa di carnevalesco e ipnotico allo stesso tempo, un languore molto cesellato, un tono fiabesco che è solo in apparenza esibito. Il sospetto è che dietro l’ironia glamour, i simbolismi più o meno junghiani, gli stilemi di matrice in parte surrealista e in parte neoespressionista, si celi una strana tenerezza: una tenerezza intimorita, verrebbe da dire, il tipo di paura infantile che fa da premessa alle favole più riuscite. D’altra parte l’utilizzo di pagine di vecchie riviste come supporto alla pittura non accresce soltanto il suo potenziale affabulatorio, ma le dona anche un carattere teneramente antico.
In ogni caso l’artista ha scelto di modificare il titolo della mostra a qualche settimana dall’inaugurazione. Personaggi e interpreti è una formula che cela in sé un indizio, la traccia di un significato da intuire. Forse la soluzione sta nel sottintendere la preposizione tra: le figure raffigurate si collocano nello spazio intermedio tra personaggi e interpreti, tra il ruolo farsesco e la persona che lo interpreta di proposito, tra la falsificazione della vita e la consapevolezza della sua inevitabilità. Lo spazio che accomuna la pittura e il teatro.
Roberto Borghi